Dalle corti italiane del Rinascimento, la passione per il gioiello si estese in tutta Europa, grazie anche alle scoperte fatte nel Nuovo Mondo, che divenne una vera e propria miniera per poi importare pietre preziose mai viste prima in Europa: Cristoforo Colombo trovò ingenti risorse al largo del Venezuela durante il suo viaggio e successivamente, all’inizio del ‘500, altrettante quantità di pietre furono rinvenute nei temoli e nei palazzi dell’impero azteco distrutti da Cortès e dalle sue truppe durante “la conquista” .
La Spagna ottenne così il primato nel commercio dell’oro e delle pietre. Nello stesso periodo in Inghilterra i gioielli venivano ostentati come rappresentazione dell’immenso splendore del regno di Enrico VIII che, al momento della sua morte, possedeva, come registrato nell’inventario, 99 anelli di diamanti e un patrimonio sconfinato di gioielli di altissimo valore. Anche la figlia, Elisabetta I, continuò a farsi raffigurare indossando perle, diamanti e gioielli la cui importanza sociale era universalmente riconosciuta. Si dice che nel suo guardaroba avesse ben 3000 abiti adorni di perle.
La Regina Vergine, come comunemente veniva chiamata, ebbe una grande passione per i gioielli fastosi ed una particolare predilezione per le perle. In questo famoso ritratto di Paul Delaroche, oggi conservato al Louvre, la regina indossa la magnifica collana di perle, regalo di papa Clemente VII a Caterina dè Medici per le sue nozze con Enrico II di Valois, poi acquistata anni dopo dalla sovrana; non mancano gli orecchini pendenti sempre di perle, che rivestono anche la corona poggiata sull’acconciatura.
Anche sulla sua maschera funebre, oggi conservata nell’abbazia di Westminster, l’effige inj cera della regina è abbellita da una coroncina, da una collana, un ornamento da petto e dagli immancabili orecchini, ovviamente tutto in perle di cera. Los storico Jhon Stow riporta nelle cronache del tempo che quest’effige, poggiata sul feretro durante il funerale della regina, commosse la popolazione fino alle lacrime.