Con il termine “pinchbeck”, in italiano “princisbecco”, si identifica una lega di rame e zinco, gli stessi metalli che costituiscono l’ottone, ma usati in proporzioni diverse.
Questa lega porta il nome del suo inventore, l’orologiaio inglese Christopher Pinchbeck (1670/1732), che con questa lega creò gioielli molto simili nell’aspetto all’oro e che per questo conobbero un grande successo, anche perché permetteva la stessa elaborata lavorazione dell’oro e ne manteneva la doratura inalterata nel tempo.
Questo materiale molto più leggero e molto meno costoso dell’oro divenne la lega per eccellenza di una vasta tipologia di gioielli: dalle chatelaine, pendenti che si agganciavano alle cinture come porta oggetti (piccoli oggetti da cucito, carnet, orologi), e che per questo di solito erano molto pesanti, agli orecchini più grandi, ai sautoir e bracciali. I viaggiatori, inoltre, potevano indossare questi gioielli senza il timore di venire derubati.
Questo materiale conobbe il suo declino a partire dalla metà dell’Ottocento, con l’introduzione dell’oro 9 carati, che consentiva una produzione di gioielli autentici ma assolutamente meno costosi.